Una lunga storia alle spalle
Dobbiamo risalire fino al 1751 per riscoprire le origini di questa illustre e importante istituzione della città di Piacenza. Il Cardinale Giulio Alberoni lo volle per formare sacerdoti della diocesi di Piacenza che non avevano i mezzi necessari per sostenere gli studi. Lo affidò ai Padri Vincenziani, conosciuti dal Cardinale durante la sua dimora a Roma. Questi avevano una Casa a Roma fin dai tempi di S. Vincenzo de’ Paoli, e al tempo del Cardinale risiedevano nella Casa della Missione a Montecitorio, dedicandosi alla predicazione delle Missioni al popolo e alla cura del clero. L’Alberoni ne apprezzò lo stile di lavoro, la spiritualità e l’impegno a servizio del clero.
Perché il Collegio potesse funzionare e realizzare le sue finalità lo fornì dei mezzi economici necessari. Lo arricchì di opere culturali, scientifiche e artistiche che lo hanno reso famoso nei vari campi della cultura, oltre che nel mondo religioso ed ecclesiale. Il Collegio si è subito distinto non solo per una rigorosa impostazione degli studi, sia umanistici che filosofico-teologici, ma anche per una apertura ai nuovi contributi che venivano dalle scienze moderne. Ne sono una prova i tanti strumenti scientifici, i reperti archeologici, come pure la ricca documentazione bibliografica con testi antichi e moderni, che hanno fatto diventare il Collegio oggetto di visita e di attenzione sia per motivi artistici che scientifici intellettuali.
Per lungo tempo il Collegio è stato anche un luogo dove si è coltivato il pensiero tomista, di cui è stato un propugnatore e un divulgatore tra fine ottocento e prima metà del novecento. Uno degli strumenti di tale attività è stata la rivista ‘Divus Thomas’, che ha avuto una vita ultracentenaria.
Certamente per Piacenza il Collegio è stato, ed è ancora, un punto di riferimento importante, anche per quanto ha saputo offrirle per la sua crescita culturale e spirituale, e per il contributo allo stesso sviluppo economico, dato che i beni immobili, di cui è fornito, sono una possibilità messa a disposizione degli stessi piacentini. Non bisogna però mai dimenticare che il fiore all’occhiello del Collegio è sempre stato la cura e l’impegno per la formazione dei seminaristi, prima di tutto per la chiesa locale, e poi come possibilità offerta ad altre chiese, in varie parti del mondo. La validità di tale formazione è evidenziata anche dai tanti sacerdoti, qui formati e che hanno assunto compiti importanti nella Chiesa: cardinali, vescovi, nunzi apostolici.
Una storia che continua, si allarga e si apre a nuovi orizzonti
Anche oggi il Collegio Alberoni riconosce come suo compito prioritario l’impegno nella formazione dei sacerdoti. Ed anche per i Padri Vincenziani questo è importante, dato il fatto che la loro presenza e il loro servizio in questo Seminario Maggiore è una delle poche rimaste in tutta la Congregazione.
L’apertura del Collegio è duplice:
- una più appariscente è quella che ha portato ad aprire al pubblico le porte del Collegio: ci sono tanti interessati a voler visitare ed ammirare i suoi tesori artistici e fare un tuffo nel passato della sua lunga storia;
- ma quella più importante per noi è l’attenzione ai bisogni di altre Chiese Italiane e straniere che chiedono di accogliere qui i loro Seminaristi, confidando nella bontà della formazione che viene impartita, oltre al fatto della gratuità della permanenza in Collegio.
In questi ultimi venti anni sono passati in Collegio seminaristi di tante parti del mondo: dall’Europa dell’Est al Libano, dall’Africa all’America Latina, oltre a quelli provenienti da diverse diocesi italiane. Questo movimento ha comportato un lavoro di amalgama, che si è rivelato però motivo di ricchezza umana, culturale e cristiana. C’è veramente uno scambio continuo di ‘dare e ricevere’. In qualche modo, e molto concretamente, si percepisce e si vive qui in Collegio la ‘cattolicità’ della Chiesa. E dal Collegio questa realtà si propaga e si trasmette nei vari ambiti della diocesi, perché i seminaristi dànno il loro contributo nelle realtà parrocchiali e in vari ambiti caritativi. E spesso ragazzi e giovani vengono in Collegio per esperienze di riflessione e di preghiera, offrendo loro la possibilità di pensare ad un futuro diverso da quello che propongono il mondo e la cultura che respirano ogni giorno, dentro e fuori le loro famiglie.
Il Collegio Alberoni vuole continuare ad essere una realtà aperta sia verso la diocesi di Piacenza-Bobbio, di cui costituisce il Seminario Maggiore, sia verso la società civile per un continuo interscambio umano e culturale, ma senza perdere la sua identità: essere cioè prima di tutto un luogo di formazione al sacerdozio per giovani piacentini e di altre zone, e quindi vuole coltivare e conservare il clima più giusto per raggiungere tale finalità.